lunedì 20 giugno 2016



Ricordi d'infanzia



Mi ricordo il mare
visto dalla finestra appannata
e la distesa d'erba intorno
a far da cornice
a un cielo senza nubi
con il sole giallo a inondar
di calore ogni cosa
E poi le corse tra i campi di grano
 a racccogliere papaveri
rossi e capricciosi
mentre le cicale oziose cantavano senza sosta 
E l'ombra di un olmo a donare refrigerio
dopo tanto sudare, dopo tanto parlare e ridere
per un nonnulla

Mi ricordo le sere d'estate
con mio padre e mia madre
 e con la luna e le stelle a illuminare le poche case spente
e già addormentate
Ad assaporar la brezza notturna
sotto un portico
avvolto nel buio
sussurravamo piano
per non disturbare il luccichio intermittente
 delle lucciole
Mentre un lontano verso
di una civetta sola 
 raccontava
la sua strana vita
come la mia
di creatura di campagna.





sabato 4 giugno 2016






L'ATTESA



Mi siedo e aspetto
lungo un corridoio bianco
con le pareti bianche
e le luci soffuse
la sedia è bianca
e scomoda
sembra non aderire al mio corpo
è scivolosa
e rigida

Mi alzo
e aspetto in piedi
è meglio
almeno posso fare qualche passo
avanti e indietro
per ingannare l'attesa
che sembra interminabile
Intanto il tempo passa
guardo ogni secondo l'orologio
5 minuti
un quarto d'ora
mezz'ora
nessuno che si faccia vivo
a ricevermi
a spiegarmi e motivare 
questo ritardo
questa attesa illimitata
Noto che non c'è nessuno che aspetta insieme a me
stranamente sono sola
sola ad attendere una risposta
sola
Poi finalmente una voce
un volto già visto
un'anima buona
che mi guarda con compassione
e che mi dice
che non è qui che devo aspettare
non in questo corridoio
ma nell'altro... a destra...
dove ci sono decine di persone
che aspettano
e che sono arrivate prima di me...
come al solito.